Bridge: Nuove idee e cattive abitudini

Quando finisco di leggere un articolo, normalmente ho due distinte impressioni:

  • Nel primo caso l’articolo ha dettagliato e spiegato bene l’argomento arrivando ad una conclusione chiara.
  • Nel secondo il messaggio è confuso, non raggiunge l’obiettivo e diventa generatore di critiche.

Sapete inoltre che amo il bridge, è lo sport per eccellenza della mente e permette di mantenere allenato il proprio cervello attraverso il gioco. Ha un altro grande vantaggio: è uno strumento perfetto di aggregazione perché permette a persone di diverse età e ceto sociale di avere un comune argomento di conversazione.

L’ultimo articolo pubblicato sul sito della federazione italiana gioco bridge (FIGB) mi ha lasciato perplesso.

Ho riletto parecchie volte l’articolo firmato dal presidente della FIGB  e le conclusioni alle quali sono arrivato mi hanno portato a scrivere questo mio articolo.

Ho percepito un alone di negatività nei confronti dei giocatori che hanno scelto di NON iscriversi alla federazione per l’anno 2021.

Cito testualmente:  “Il provvedimento consentirebbe ai circa 10.000 giocatori di bridge che non hanno rinnovato, o comunque non rinnoveranno, la tessera nel 2021 e per i quali quindi la Federazione avrebbe potuto chiudere i battenti

La prima domanda che mi sono posto è stata: quali sono le ragioni per le quali alcuni giocatori hanno scelto di NON  pagare la tessera annuale?

Partendo dal presupposto che ognuno di noi è disponibile a pagare per ricevere un bene/servizio, quali servizi la federazione ha reso disponibili per i propri tesserati quando la pandemia ha reso impossibile giocare tornei e campionati in presenza? Cosa ha fatto per aiutarci a superare un momento così difficile?

Concentriamoci su due principali aree tematiche:

  • Tornei online

Dopo circa 12 mesi dall’inizio della pandemia la federazione ha scelto di utilizzare la piattaforma Real Bridge.

Alcuni potrebbero dirmi che 12 mesi per sviluppare una piattaforma di bridge online è stato un tempo record (e condivideri totalmente).

Ma Real Bridge è di un’azienda inglese e le attività della federazione sono state unicamente quelle di divenire il tramite tra i circoli e i gestori della piattaforma.

In sintesi, il valore è stato quello di averla nominata strumento unico per giocare tornei federali.

Quale beneficio hanno ricevuto i circoli?

Sicuramente un introito economico derivato dall’iscrizione pagata dai giocatori per partecipare ai tornei ma, non essendoci una regolamentazione nazionale, ogni circolo ha potuto decidere il prezzo di iscrizione (mettendo di fatto in competizione tra loro le varie associazioni “rubandosi” i giocatori).

Quali sono stati i parametri che hanno fatto si che un circolo abbia avuto tornei con un maggior numero di partecipanti e quindi successo?

La capacità di attrarre giocatori è stata frutto esclusivamente dell’ingegno e della disponibilità di ogni singola organizzazione locale. L’enorme sforzo organizzativo di pochi ha poi consigliato di unire le forze raggruppando spesso i circoli online.

E quale beneficio ha avuto la Federazione?

Per ogni tavolo completo il circolo ha versato alla FIGB 1€ (per torneo di circolo ) e 2€ (per simultaneo nazionale) da gennaio 2021.

Chi ha pagato la piattaforma RealBridge?

Direttamente i circoli, versando una quota per ogni giocatore partecipante al torneo (da subito).

Si poteva fare di meglio? Si, sviluppando in casa un proprio servizio di bridge online utile anche per il prossimo punto.

  • Utilizzo delle piattaforme digitali per incentivare il gioco del bridge

La mia attenzione non è solo posta sulla promozione del nostro gioco al fine di  aumentare il numero di giocatori (argomento che richiederebbe un approfondimento sulle metodologie di sviluppo da perseguire).

Penso alla possibilità (purtroppo persa ora che la pandemia non costringe più tutti in casa) di realizzare corsi online per aiutare giocatori di ogni livello a migliorare il proprio grado di competenza nel gioco.

Si sarebbe creato il fattore reciprocità che avrebbe così ridotto la distanza tra Federazione e Giocatori.

Aggiungo, pensate al grandissimo vantaggio competitivo che si sarebbe potuto creare sfruttando l’immagine del bridge come punto di aggregazione online.

Invece di lasciare spazio ad organizzatori estemporanei, la federazione avrebbe potuto divenire il fattore abilitante e il fulcro per la creazione di un unico grande gruppo coeso di amici del bridge.

Sarebbe stato un lavoro impegnativo? Si e come ogni volta che si crea una nuova professionalità sarebbe stato necessario studio e verifica.

Ma la Dea Bendata ci avrebbe assistito, poichè sono già tra noi figure professionali che hanno iniziato ad occuparsi di questo nuovo modello di business prima della pandemia. Perchè non farle divenire parte integrante del progetto?

Ovviamente il tutto affiancato da azioni di Marketing che avrebbero evidenziato la solidarietà che è in grado di creare il nostro meraviglioso gioco.

Un’ulteriore riflessione: l’età media del giocatore di bridge è oltre i 60 anni. Pensate all’opportunità formativa persa.

Se ci fosse stato quel punto di aggregazione online avremmo potuto aiutare un giocatore ad utilizzare le nuove tecnologie (parlo di tablet, PC…).

Immagino la campagna marketing dove lo spot pubblicitario si conclude con il giocatore “anziano” di bridge che da nonno chiama la nipote via FaceTime, google duo, whatsapp, teams, telegram…. utilizzando il Tablet con il quale gioca a bridge online. Appare il sottotitolo: Comunica con il bridge

Ma, non c’e’ stata nessuna regia centrale.

Il mio personale grazie alla solidarietà e disponibilità di alcuni che ha permesso ai giocatori meno tecnologici di entrare in questo “nuovo mondo“.

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Rileggendo il mio articolo, spero che si evinca che il vero nemico è l’immobilità, dove si attende passivamente l’uscita dalla pandemia (speriamo in modalità definitiva) per tornare ad un modello che purtroppo non è da solo in grado di far ritornare il nostro meraviglioso gioco ai fasti che meriterebbe.

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Torniamo ora all’ articolo:

Massimo Cerati propone una soluzione per cercare di far rientrare nel mondo del bridge i giocatori che hanno scelto di giocare solo online utilizzando altre piattaforme non scelte dalla FIGB o di giocare in presenza tornei NON federali.

Non è solo un danno per la federazione ma anche per i circoli che sono il punto di aggregazione principale del nostro sport.

Quello che proprio NON ho apprezzato è che di fronte alla proposta di un presidente regionale, che attende di essere valutata da un consiglio federale, il presidente possa anticipare un proprio personale giudizio di “merito”.

Mi spiego meglio riportando nuovamente per maggior chiarezza la frase dell’articolo:

Il provvedimento promuoverebbe il tesseramento 2022 di quanti hanno “speculato” nel 2021: speculazione comprensibile, visto che ha comportato per chi l’ha attuata un risparmio mediamente equivalente al costo di circa un caffè alla settimana!”

Lo traduco come: “La federazione si aspettava che tutti si sarebbero re-iscritti

Ma perché  ci si aspetta che i giocatori  si iscrivano quando in nove mesi di pandemia (Marzo – Dicembre 2020) tu federazione non hai dato valore/servizi ai tuoi clienti? Avrebbero dovuto fare la tessera per:

  • Simpatia?
  • Amicizia?
  • Divina Manzoniana Provvidenza?

Se come lo scrivente avete acquistato la tessera, lo avete fatto comprando un prodotto/servizio basandovi sulla fiducia che riponete nelle persone che conoscete e che sono stati dei bravissimi venditori.

Credo che quando giunge sul tavolo una proposta (giusta o sbagliata che sia), sia indispensabile effettuare un’analisi con spirito imprenditoriale, sfruttando tutti gli strumenti che possono aiutarci a realizzare un business plan al fine di comprenderne la reale efficacia.

Come? Rispondendo a domande costi/benefici del tipo (ne ho riportate solo 4 per semplicità)

  • Cosa comporta?
  • Quale guadagno posso raggiungere (breve e lungo termine)?
  • Quale azione dovrà essere implementata per coloro che hanno già dato fiducia?
  • Come posso aiutare i circoli?

Le risposte devono essere valorizzate economicamente per comprendere, numeri alla mano, quale è la strada migliore per il nostro splendido gioco.

E’ difficile per me comprendere un giudizio a “sensazione”.

Mi spiego meglio: secondo voi cari lettori, nel momento in cui il presidente rende già pubblico il proprio giudizio, non sta già influenzando il giudizio di coloro che dovranno prendere una decisione?

A voi la risposta.

Concludo questo mio lungo articolo con un appello a tutti noi bridgisti:

Cerchiamo di essere più propositivi,  regaliamo le nostre idee al Bridge al fine di creare quel valore per permetterà al nostro hobby di essere giocato negli anni a venire.

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