PEGASO & BOUNTY KILLER

By Sergio Invernizzi

Carneade, chi era costui?
Vi ricordate il dubbio di Don Abbondio di manzoniana memoria?
Ebbene ripropongo il tema: “Pegaso & Bounty Killers, perché ?
Una domenica pomeriggio, in quell’enclave che è denominata Brianza, località Barzago, anno domini … qualche lustro fa.
L’incontro con Giorgio Levi resta per me memorabile per la qualità del personaggio, uomo di cultura, abile disegnatore, scrittore per celia ma raffinato.

Piccolo inciso:
La fortuna sta nell’incontro di qualcuno che cerca le persone, in una società chiusa in se stessa o come nel mondo giovanile, proietta in un supporto virtuale mediato dal computer via Internet.
Nella rinuncia dell’incontro non facciamo altro che incontrare sempre noi stessi come in uno specchio, in solitudine che potrebbe farci impazzire senza la possibilità di vedere al di là di noi stessi.
Alla mia richiesta del perché del nome di Pegaso, il suo stupore si trasforma in un profluvio di notizie e da quel momento la nostra conoscenza fino allora superficiale diventerà sempre più profonda (anche per motivi professionali), divertendoci in seguito a collaborare in alcuni racconti di argomento bridgistico.
“Come dovresti sapere, Pegaso era un cavallo alato della mitologia greca, figlio di Medusa e Poseidone, partorito dal collo de‐troncato della madre uccisa da Perseo”.
Timidamente ribatto: ”Perseo che, salito sul cavallo e armato con la testa di Medusa, pietrificò Atlante e liberò Andromeda facendola diventare sua sposa”. “Esattamente” sorride sornione Giorgio “E, come puoi costatare guardandoti attorno, ci troviamo in un centro ippico…”.
Questo fu l’incipit.
I racconti di Giorgio (Editi da Mursia) sono molto divertenti e ironici; personalmente ne ho fatto tesoro e ve ne propongo una rielaborazione di qualche tempo fa.

Bounty Killers
Torneo Nazionale qualsiasi, a coppie. Sistema Mitchell.
Al tavolo uno, in Nord‐Sud siede una coppia che è tutto un programma: lei, trentacinquenne, bruttina, zittellina, con gli occhiali, senza trucco ed i capelli raccolti sulla nuca con 2 forcine; lui, suo padre, sessantenne grassone, zitellone, con gli occhiali, senza trucco , senza capelli e quindi senza forcine.

Ed ecco che arrivano al tavolo per giocare la prima mano due noti Killers: grinta dura, sistema convenzionalissimo, con variazioni segrete, segnalazioni accurate con le mani, con soffiate di naso, colpi di tosse. “Mamma mia sono emozionata!” apre la conversazione la figlioletta, con un vocino da suora apprendista “Capiranno, lor signori è il mio primo torneo.
Paparino mi hanno spiegato che le carte non si giocano in mezzo al tavolo, ma io … chissà che confusione farò! Spero che loro mi scuseranno, vero ?”

“Eccome no!” risponde con un ghigno uno dei due Killers, mentre un bagliore metallico gli lampeggia nell’occhio destro, perché il sinistro è coperto da una benda nera.
“Chi distribuisce le carte, chiede il padre con sguardo candido. “C’è scritto li” gracchia l’altro killer, indicando con il mento il board sul tavolo, mentre un lampo satanico gli sgorga dall’occhio sinistro, dato che il destro è coperto da una benda nera.
“Insomma tocca a lei” conclude spazientito il killer con la benda sinistra, tagliando il mazzo. “Oh grazie! Sorride Adalgisa. E con mano incerta distribuisce le carte: “A chi tocca?”, chiede Adalgisa, in Sud, con un tono da coro di voci bianche, mentre con le due manine cerca di tenere insieme le tredici carte per formare un ventaglio.

A mio nonno !” risponde secco Est. “ Ma tocca a te, mia cara: hai dato tu le carte”, interviene il Paparone, cercando di tranquillizzare la figliola con la sua voce calma e suadente. “E’ vero! … scusate tanto. Allora ….. dirò … 1”.

“1” risponde bonario il padre.

“Hai detto 1paparino? Allora dirò 2”. “Tre senz’atout” aggiunge comprensivo il sant’uomo. “Hai detto 3 Sans Atout paparino? Allora se non mi sgridi dirò 6”.

“Stia tranquilla che il suo paparino non la sgriderà affatto. Le metterà soltanto 2 dita negli occhi perché io 6 li contro”. E così dicendo Est, con fare naturale, sposta la benda nera dall’occhio destro all’occhio sinistro , accavalla la gamba sinistra su quella destra e si infila l’indice destro nella narice sinistra.

L’altro killer, in Ovest, si scosta velocemente la benda nera dall’occhio sinistro per vedere meglio tutta la manovra del partner, dopodiché mette sul tavolo l’8.
Il Paparone stende le sue carte (Figura 1)

Figura 1

Adalgisa dà una prima occhiata alla carta di attacco, una seconda alle carte del morto e …. ecco che la candida, timida zittellina, complessata, appassita, timorata, irrancidita, si trasforma inaspettatamente.
Raddrizza le spalle, si strappa gli occhiali dal naso, toglie le forcine dai capelli e se li sbatte su un occhio alla Raffaella Carrà.

Indi prende dalla borsetta un sigaro toscano e se lo accende con un preciso colpo, strofinando un fiammifero da cucina sulla natica destra (non sul vivo, s’intende: sulla gonna).
I due Killers guardano ammutoliti la scena, mentre le loro fronti si imperlano di sudore, inzuppando le sottostanti bende nere. Hanno capito di essere incappati in una coppia di efferati Bounty Killers e ormai nulla possono fare per salvarsi. Un silenzio di tomba si crea all’intorno e un’atmosfera da tregedia dilaga per tutto il saloon (pardon Salone).

Adalgisa il cui vero nome di battaglia è in realtà “Gysa il compressore”, si rivolge al padre con voce roca rovinata da sigari e alcool etilico: “Bel colpo vecchio!” e così dicendo, prende con l’Adel morto, scartando il K; quindi compie il sorpasso al Ke riscuote quattro giri di atout arrivando al seguente finale (figura 2):

Figura 2

“E’ una smazzata da principianti”, commenta con sufficienza, “solo degli inesperti provincialotti potevano contrare”.

Poi rivolgendosi ironicamente a Est che aveva contrato: “E adesso, bambolotto, cosa scarti?” E così dicendo gioca l’8 mettendoci il 6 del morto.

Il Killer guarda spaventato le sue carte e si accorge che non può privarsi di una  ne tantomeno di una .

Quindi, con rassegnazione scarta il 9. A questo punto Gysa gioca il tre per l’A del morto e ancora, tagliata. Poi F superato dalla Q e quindi quattro fiori per il K di Est, che è costretto in presa.

Il Killer, sulla soglia del collasso rimane con tre carte di in mano e deve giocarne una. Gysa con ghigno diabolico prende con l’A di cuori, mette lentamente sul tappeto il 2 superandolo con il 3 che ha il morto e incassa, con noncuranza, la Q  oramai vincente.

Intanto il Paparone, che (guarda caso!) assomiglia stranamente a Tony Psico, il noto Bounty killer dalla psichica facile, aveva già compilato velocemente lo score, mentre i due Killers non si erano ancora ripresi dallo spavento.
“Cambioooo”, tuona l’altoparlante.

Rapidamente Gysa si ricompone: mastica l’ultimo pezzo di sigaro, raccoglie i capelli sulla nuca con due forcine e infila gli occhiali.

“Buona continuazione, bambolotti”, dice ai due Killers che stanno allontanandosi dal tavolo barcollando, tra attacchi di fegato e travasi di bile. Poi, rivolgendosi alla nuova coppia sopraggiunta, con un sorriso alla Gigliola Cinquetti aggiunge: “Mamma mia come sono emozionata … spero che lor signori mi scuseranno se farò un po’ di confusione, ma… è il mio primo torneo !”

A questo punto interrompiamo la nostra storia, in modo che il lettore possa immaginare a suo piacimento come andranno a finire le altre 24 smazzate… Ma …. Ripensiamo un attimo al racconto appena letto: sfondiamolo della cornice comica e paradossale che gli attori si sono divertiti a creare.

Via, quindi, le bende nere, le forcine, il sigaro toscano e ora … facciamo un piccolo esame di coscienza. Non vi è mai capitato, in torneo, di cercare di approfittare dell’inesperienza della coppia avversaria? Oppure, incontrando una coppia notoriamente forte, non avete cercato di fare il furbetto passando con quindici Punti? Si? Ebbene, anche voi siete un Killer. Oppure un Bounty Killer 🙂