IL BRIDGISTA ECOLOGO

by Sergio Invernizzi

Ci fu un periodo della mia vita (bridgistica) in cui pensai seriamente di smettere di giocare.

Erano gli anni del fumo libero.

Ambienti di gara nebbiosi, male odoranti, gli abiti intrisi di molecole di nicotina e carbo-pirene, gole e nasi riarsi per la felicità di otorinolaringoiatri.

Poi finalmente una legge dello stato e un regolamento della FIGB posero la parola “fine” a quelle giornate funeste e malsane dando la possibilità di praticare più igienicamente il nostro hobby e la dignità di chiamarlo sport.

La mia anima da ambientalista ecologo convinto nasce tempi addietro quando decisi di diventare ciclista cittadino da automobilista pentito; è per questo motivo che ho accolto con un certo sorriso la notizia di “ecoterrorismo da SUV” da parte dei “Dègonflès”.

I “Dègonflés” sono nati in Francia nella Banlieue di Parigi, gruppi di ragazzi che considerano i SUV come pericolosi nemici dell’ambiente, quindi puniscono i proprietari sgonfiando i pneumatici dell’auto.

Anche a Milano c’e’ stata la prima vittima. Un collega medico che aveva parcheggiato in zona Città Studi, si è ritrovato il SUV con le gomme mosce e con un biglietto di accompagnamento tra il serio ed il faceto che recitava : “Gentile Signiore/a, la sua auto inquina di più di un veicolo leggero, aumentando le emissioni di CO2 (242 g/km in media contro i 146 di una grossa berlina …) di conseguenza noi procediamo alla copertura parziale del suo debito di ossigeno liberando quello che si trova nei suoi pneumatici obbligandola così a non superare la velocità massima di sicurezza adatta per il suo mezzo”.

Dispettosi ma responsabili ‐ sorrido immaginando in arrivo brutti tempi per i bisonti del traffico urbano – e al proposito voglio proporvi un breve racconto degli anni ‘80 tratto dal notiziario della Canottieri

Lecco, anticipatore di una certa coscienza ecologica.

Come Pascal credo che “Tutta l’infelicità degli uomini derivi da una cosa sola: dal non sapersene stare tranquilli in una stanza”.

PARABOLA ECOLOGICA OVVERO UN WEEK END CON IL DIAVOLO

Una mattina di un sabato d’inizio estate il Dott. S. si risvegliò da un sonno ristoratore e dopo aver consumato una frugale colazione ed eseguito la consueta ginnastica da camera, scese rapidamente le scale, inforcò l’amata bicicletta e si incanalò nel traffico cittadino verso la sede sociale.

Destreggiandosi, un poco stordito, fra i gas di scarico delle auto, gli ritornò alla memoria quel week end di qualche anno addietro quando la sua coscienza ecologica fu opportunamente risvegliata.
In quel sabato mattina aveva compiuto i medesimi gesti, era però salito sulla propria automobile entrando, da vittima e artefice, nella spirale della catastrofe ecologica.

Mentre l’auto scivolava verso il congesto traffico cittadino, con la coda dell’occhio lo vide sul sedile accanto con un sorriso sardonico e da reprovo; quasi certamente era il diavolo che con la voce suadente iniziò: “ Tu non sai che i motori a scoppio emettono in una grande città come Milano, più di 12 miliardi di metri cubi di gas all’anno; benzene, ossido di carbonio, anidride solforosa, polveri carboniose, diossido di azoto, piombo‐tetraetile; un cocktail davvero satanico!

Tra gli inquinanti il benzene è stato classificato dall’organizzazione mondiale della sanità fra i cancerogeni umani accertati in particolare nel sangue, le leucemie. E che dire dell’ossido di carbonio, un subdolo gas che si combina coi globuli rossi impedendo di veicolare l’ossigeno ai tessuti …”.

“Uno strangolamento chimico” ribatté il Dott. S.

“E i composti del piombo? Si accumulano lentamente nell’organismo intossicando il fegato e il sistema nervoso sino a dare, soprattutto nei bambini, gravi problemi comportamentali e ritardo dello sviluppo psichico”.

“Avevo letto qualcosa ….” si giustificò il Dott. S.
“Quanti chilometri fai all’anno con questa auto?”.
Ventimila, credo” rispose sentendosi oscuramente coinvolto.
“Ebbene, ogni anno semini dietro di te una nuvoletta di 2 kg. di piombo che è stato già reperito fino nei ghiacciai alpini e ai poli. E ogni 1000 Km consumi più ossigeno di un uomo in tutta la sua vita. Lo sapevi?”.
No” rispose distrattamente il dott. S.
Giunti sul viale antistante al club videro un bull dozer che sradicava, ormai rinsecchite, alcune piante secolari; il truce individuo sommessamente sogghignò e quindi entrarono nel cortile mentre la vecchia caldaia sbuffava attraverso il camino i suoi mefitici gas.

“Certo, anche in quest’ angolo di quiete, non scherzate in quanto a scarichi!” incalzò con ghigno satanico.
Verso mezzogiorno, seduti al tavolo del ristorante in riva al lago, riprese il colloquio: “

Buono questo pesce” mormorò il tristo figuro “mi ricorda Minimata”.
Minimata?
“Era una piccola baia in Giappone i cui pescatori diedero un brutto giorno segni di squilibrio mentale con gravi allucinazioni”.
Il Mercurio?
“Già. Alcune industrie chimiche lo scaricavano liberamente in mare e il lento accumulo negli organismi marini, che venivano mangiati, provocò quegli infausti episodi.

Vuoi una cozza? Forse contiene un po’ di benzo-pirene. O preferisci una bella mela colorata con la sua brava dotazione di molecole di pesticidi?”.
Il Dott. S. si vide improvvisamente nelle vesti di Biancaneve e cercò di sorseggiare un po’ d’acqua.
Vedo che bevi acqua minerale …
Per forza, l’acqua naturale è imbevibile!
E’ vero”, riprese il diavolo, “ ma per far giungere sulla tavola questa acqua è stato necessario costruire delle bottiglie in plastica, tappi a corona, attrezzature per l’imbottigliamento e l’uso di enormi autotreni per il trasporto dalla fonte fino a qui.

E i residui inquinanti di tali operazioni finiscono nei fiumi e nei laghi creando quello che gli ecologi chiamano un ciclo infernale”.

Sotto i colpi nefasti del perfido essere il Dott. S. si portò sulla spiaggia in riva al lago in cerca di tranquillità; due motoscafi enormi attraversarono il bacino con frastuono lancinante. La voce profonda riattaccò “Il rumore provoca disturbi ormonali, ipertensione, riduzione del sonno e aggressività”.
L’aggressività … in quel momento S. immaginò di far sprofondare l’ospite nell’acqua cosparsa di grovigli d’alghe, di pesci morti e di barattoli di plastica.
“Te li ricordi i quattro cavalieri dell’Apocalisse? Ebbene il quinto è forse il benessere tecnologico?”.

PROBLEMI DI ATTACCO
Non vi domandiamo di indicare il miglior attacco bensì di indovinare qual è stato l’attacco che ha preceduto il disastro.

Smazzata N° 3

(1) 4+ carte.
(2) Negativo.
(3) Picche più lunghe, Forte.

Le carte di Ovest

Smazzata N° 4


Le care di Ovest

SOLUZIONI:
Smazzata n° 3

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Nella bermuda bowl del 1958, Ovest per gli USA attaccò con l’A. La sua continuazione in atout è venuta troppo tardi – il Sud Italiano ha tagliato 2 al morto e un’altra l’ha scartata sull’A . All’altro tavolo gli USA si sono fermati a 4.

Visto che Ovest aveva il K di avrebbe dovuto capire che la cue bid a di Nord era stata fatta col singolo. Ciò avrebbe dovuto indirizzarlo verso l’attacco a .

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Smazzata n° 4

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Nella fase eliminatoria dell Bermuda Bowl del 1975 – USA contro Italia – un Ovest americano ha attacato di 2. Il giocante l’ha lasciato girare fino alla propria Q e ha fatto il suo contratto.

Nell’altra sala l’italiano ha fatto 3con le carte di Est‐Ovest.

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